giovedì 10 dicembre 2009

I CINQUE RITI NELLA PRATICA

Il PRIMO TIBETANO

Energicizza tutti chakra e ricarica il fisico dato che il suo scopo è accellerare la velocità dei vortici.


In piedi, a gambe leggermente divaricate, solleviamo le braccia lateralmente estendendo le dita delle mani nello spazio.
L'attenzione si pone su un punto all'incirca tre o quattro dita al disotto dell'ombelico. Rimaniamo sciolti e rilassati.
Immaginiamo di affondare nel terreno fino a nove metri di profondità, come se volessimo mettere radici. Iniziamo a ruotare in senso orario, muovendo i piedi di un quarto di cerchio alla volta. Restiamo sempre sullo stesso punto, aumentando gradualmente la velocità delle rotazioni. Possiamo attenuare la sensazione di vertigine mettendo a fuoco un punto davanti a noi. Non appena iniziamo a girare continuiamo a trattenere lo sguardo su quel punto il più a lungo possibile. Il punto di riferimento dà la possibilità di sentirsi meno disorientati e storditi.


INTENTO MENTALE DURANTE L'ESECUZIONE:


" Fluisco liberamente con gli eventi della vita!"



BENEFICI PER LA SALUTE:

Intensifica la circolazione, e quindi può alleviare i problemi di vene varicose; tonifica le braccia e ne allevia i dolori dell'osteoporosi; aumenta il flusso energetico attraverso tutti i chakra, specialmente quelli situati alla sommità del capo, la fronte, il torace e le ginocchia, stimolando la rivitalizzazione delle cellule; aiuta il flusso del fluido cerebro-spinale che contribuisce alla chiarezza mentale ed è di ausilio nelle prevenzione delle emicranie.


(continua con le spiegazioni del 2° rito...)


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